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ANA-Quest 5

Page history last edited by andrea 15 years ago

 

 

5. - Conclusione

 

     La conclusione di questa indagine  è piuttosto un punto di partenza  che ci potrà permettere di iniziare a mettere a fuoco una serie di elementi che in genere vengono sottovalutati o non considerati affatto.

            Il primo e probabilmente più significativo è il disinteresse mostrato da quei soggetti: scuole, associazioni studentesche, uffici preposti all’orientamento etc., che, se pur massicciamente sollecitati, non hanno raccolto l’invito, ovvero non sono riusciti a veicolarlo come auspicato.

Questo atteggiamento in parte è legato alla stessa impreparazione di chi opera in certi ambiti ed è solito affrontare il problema lavoro e occupazione secondo gli stereotipi tradizionali basati su nozioni teoriche, spesso sviluppate su basi ideologiche ed in ogni caso superate.

Non va tuttavia sottovalutato l’atteggiamento di coloro che soffrono la situazione di ‘cercatori’ di Lavoro; costoro alimentati da un approccio attento soprattutto agli ‘effetti’ del Lavoro, piuttosto che alla comprensione della natura intrinseca del lavoro, ritengono vane quelle attività che non dicano: << fai questo ed avrai il posto!>>

Di fronte a tale diffuso atteggiamento è comprensibile anche la difficoltà in cui coloro che, operando nella formazione e nell’ orientamento, si possano essere trovati nel suggerire la partecipazione al test.

 

            Un secondo aspetto, per certi versi collegato al precedente,  è dato dalla elevatissima componente di operatori del settore ‘servizi’ che hanno partecipato. Tale settore rappresenta il 75% del campione, cui può aggiungersi anche l’altro 14% di ‘altro’ anch’esso rappresentante attività sostanzialmente di servizi. Complessivamente quindi siamo di fronte a circa il 90%dei partecipanti.

 

            La caratterizzazione ‘culturale’ da noi assegnata all’indagine, trae spunto principalmente da questa segmentazione che evidenzia, indirettamente che chi ha partecipato lo ha fatto, più che spinto da una necessità di conoscenza pratica, piuttosto a seguito di un interesse culturale, diretto (in quanto operatore del settore), o indiretto (in quanto attento alle dinamiche della società in cui opera).

            La componente ‘culturale’ contribuisce così a spiegare in buona parte l’ampio consenso avuto dalla 15^ definizione, senza dubbio la più poetico-idealistico-filosofica tra quelle riportate.

 

            Pur in questo scenario non particolarmente articolato, tuttavia un elemento di rilievo sembra doversi leggere nel confronto tra i segmenti aggregati studenti-disoccupati ed occupati (tab. 5). In particolare guardando la netta differenza di peso data dai due segmenti alla definizione 11. Con 0 preferenze assegnate dal segmento studenti-disoccupati e ben 41 (ca. 40% del totale) nel segmento ‘Occupati’.

 

Considerato che la definizione (11) è certamente una delle più vicine all’essenza vera del termine Lavoro.

            Sembra quindi emergere che chi è lontano dal Lavoro, o perché deve ancora arrivarci o perché lo ha perso, ha grosse difficoltà di conoscerlo ed interpretarlo. Ma non solo e non tanto nella sua specificità tecnica : quel mestiere piuttosto che quell’altro; bensì nella sua essenza intrinseca.

            Una differenza altrettanto significativa emerge, sempre rispetto alla definizione (11), dal confronto tra le preferenze espresse dai residenti nel Lazio e quelle delle altre regioni.

            Da questi due significativi elementi viene evidenziata la necessità di ridisegnare un approccio pragmatico al Lavoro; la necessità di introdurre, nei percorsi scolatici lontani dalle scelte lavorative, attività finalizzate realisticamente e non teoricamente alla conoscenza del lavoro. Capaci di saper far distinguere tra ‘funzione’; problema (effetto); ‘ma anche….’

 

 

 

            Come, con cosa, in quale direzione e contesto è da decidere e creare. Tutti noi siamo chiamati a dare il nostro contributo per scrollarci di dosso la polvere che in anni di immobilismo si è accumulata sulle menti di tutti noi ed in particolare di coloro che sono specificamente preposti a tale ‘illuminazione’.

 

 

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